Solennità di Cristo Re dell’Universo/B
di Massimo Palombella
Papa Pio XI l’11 dicembre del 1925 con l’Enciclica “Quas Primas” istituì la solennità odierna.
Oltre ogni connotazione storico-culturale di questa festa, mi sembra importante cogliere l’essenza del Celebrare oggi Cristo “Re dell’Universo”.
Una regalità intrisa della debolezza di un Dio insultato, percosso e messo a morte; una regalità che si ferma davanti alla nostra libertà; una regalità che però non ci abbandona mai quando ci rifugiamo in quell’apparente pace con un retrogusto di morte, e che è capace di vincere ogni nostra recondita resistenza con inimmaginabile amore e infinita misericordia.
Paolo VI, nell’omelia tenuta a Manila il 29 novembre del 1970, sintetizza mirabilmente ed essenzialmente la regalità di Cristo nella nostra vita:
“Gesù è il Cristo, Figlio di Dio vivo. Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura. È il fondamento d’ogni cosa. Egli è il Maestro dell’umanità, e il Redentore. Egli è nato, è morto, è risorto per noi. Egli è il centro della storia e del mondo. Egli è colui che ci conosce e che ci ama. Egli è il compagno e l’amico della nostra vita. Egli è l’uomo del dolore e della speranza. È colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, come noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità.”
L’antifona di offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 2 (Sal 2, 8) con il seguente testo:
“Postula a me, et dabo tibi gentes hereditatem tuam,
et possessionem tuam terminos terrae.”
(Chiedi a me, e io ti datò in eredità i popoli
e in tuo possesso i confini della terra.)
La musica allegata è di mia composizione.
L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” alla Celebrazione Papale del 23 novembre 2014.
Buona domenica e un caro saluto.