Liturgia&Musica

XXVIII domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Anonimo di scuola campana-cassinese, Gesu al tempio, affresco secolo XI (1050 – 1099), Abbazia di Sant’Angelo in Formis (Capua, CE)

Nel Vangelo di oggi (Mc 10, 17-30) è narrato l’incontro tra Gesù e quella persona che, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domanda “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”.

La domanda di quest’uomo è la questione fondamentale e decisiva per la vera qualità della nostra vita. Infatti, permettere al sano bisogno di un senso, di una collocazione, della “verità” di trovare spazio nella nostra esistenza è ciò che ci permette di rimanere “vivi”, di continuare ad essere in ricerca e non morire interiormente.

E ad ogni età della vita, oltre il nostro dovere, oltre allo sforzo di essere persone rette, buoni studenti, corretti professionisti, buone mamme, buoni papà… Permane, se siamo onesti nel riconoscerlo, il bisogno di dare un senso a tutto, di trovare un punto che unifichi e collochi ogni dettaglio della nostra esistenza. E ad ogni età della vita, il Signore rinvolge ad ognuno di noi l’invito “Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. È nostro compito capire cosa oggi dobbiamo “lasciare”, dove oggi dobbiamo “seguire” il Signore. Se non facciamo questo lentamente moriamo, esattamente come un professionista che, se non evolve e continua a studiare e ad interrogarsi, non rimane fermo ma impercettibilmente scivola sempre di più nel disarmante e grottesco dilettantismo.

E oggi il Signore ci sfida, con l’età che abbiamo, con ciò che stiamo puntualmente facendo circa la vera qualità della nostra vita, e cioè su cosa oggi dobbiamo lasciare perché la nostra esistenza serva la Verità, su dove oggi dobbiamo andare, “seguire” il Signore per uscire, affrancarci dalla diabolica illusione di vivere.

L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal salmo 129 (Sal 129, 3- 4) con il seguente testo:

“Si iniquitates observaveris Domine, Domine quis sustinebit?
Quia apud te propitiatio est, Deus Israel.”

(Se guarderai alle iniquità, Signore, chi potrà sostenersi?
Ma presso di te è il perdono, Dio d’Israele).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” alla Celebrazione Papale del 14 ottobre 2018.

Buona domenica e un caro saluto.

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