Liturgia&Musica

XXV domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Giotto di Bondone, Il Bacio di Giuda, Cappella degli Scrovegni, Padova, 1303-1305 circa

Nel Vangelo di oggi (Mc 9, 30-37) Gesù insegna ai discepoli circa la sua passione, morte e risurrezione (“Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”) ma essi, i discepoli, non capiscono le sue parole e hanno timore ad interrogarlo.

Il “non capire” dei discepoli ci appartiene, e ci troviamo nella loro stessa situazione tutte le volte che ci scontriamo con qualche cosa che esce dai nostri schemi, dalle nostre aspettative, da ciò che per noi rappresenta una sorta di normalità. È comune all’inizio non capire, ma potremmo cadere nella sottile tentazione di permanere nella “non comprensione” codificando implicitamente un approccio alla realtà dove può esistere solo ciò che capiamo e che rientra nei nostri schemi. E questo potrebbe succedere anche con il Signore, nel senso che potremmo costruirci un Dio che fondamentalmente ci lascia tranquilli, avvalla e benedice tutte le nostre decisioni, un Dio al quale rivolgiamo le nostre preghiere quando abbiamo tempo, e che deve assolutamente aiutarci quando abbiamo bisogno.

Se siamo onesti, comprendiamo bene che un Dio così non può esistere, esattamente come una realtà dove trova posto solo ciò che comprendiamo. Questo Dio e questa realtà ci illudono di vivere in un grande inganno che, lentamente, ci conduce a morire.

Se il nostro rapporto con il Signore è autentico, vero, non senza fatica i nostri piccoli schemi vengono rotti, i nostri minuscoli e meschini orizzonti vengono dilatati, la nostra vita viene sanamente sfidata e condotta – dolcemente ma con fermezza – ad essere “vita in abbondanza”.

 

L’antifona di ingresso, l’Introito, della Celebrazione odierna è tratto dal Salmo 36 (Sal 36, 39. 40. 28) con il seguente testo:
“Salus populi ego sum, dicit Dominus:
de quacumque tribulatione clamaverint ad me, exaudiam eos:
et ero illorum Dominus in perpetuum.”

(Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore:
da qualunque tribolazione grideranno a me, io li esaudirò
e sarò loro Signore per sempre.)

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è evinta da YouTube dove, purtroppo, non sono fornite informazioni.

Buona domenica e un caro saluto.

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