Liturgia&Musica

XXI domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Mosaico della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli: Cristo Pantocratore con i donatori l’imperatore Costantino IX e sua moglie Zoe.

Nel Vangelo di oggi (Gv 6, 60-69), molte delle persone che seguivano Gesù percepiscono “dura” la sua Parola e decidono di tornare indietro e non andare più con Lui. Se riflettiamo, in quelle persone, spesso, c’è ognuno di noi. Infatti, ci sono situazioni, esperienze, relazioni che percepiamo “dure”, che ci fanno male e che ci mettono nella condizione di fare un passo indietro, di andare via. Ma, se andiamo in profondità, dobbiamo riconoscere che quelle situazioni, esperienze, relazioni che percepiamo “dure”, che ci fanno male, per quanto abbiano una loro oggettività, sostanzialmente vanno a toccare, a sollecitare realtà della nostra vita che sono irrisolte, non collocate. Toccano il nostro bisogno di essere amati, di essere riconosciuti, ripropongono relazioni insolute nella nostra famiglia – con nostro padre, nostra madre -, smuovono le nostre relazioni ancestrali non collocate e suscitano reazioni come la rabbia, la fuga, la chiusura, la disperazione, la violenza, le stesse reazioni che, in fondo, avevamo quando eravamo bambini.

Il Signore ci attende nei nostri insoluti, come ha atteso Pietro con le sue paure, le sue insicurezze, con tutto ciò che non lo faceva certo “degno” di essere il primo Papa della Chiesa. Ed è con il Signore che diventiamo capaci di andare “oltre” le nostre reazioni, “oltre” ciò che percepiamo “duro”, oltre ciò che ci fa male, passandoci dentro, accettandolo e lasciandoci guarire da Lui. Allora come Pietro saremo capaci – nonostante il disagio, il dolore e la voglia di reagire – di dire “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.

L’antifona di Comunione della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 103 (Sal 103, 13. 14. 15) con il seguente testo:

De fructu operum tuorum, Domine, satiabitur terra:
ut educas panem de terra, et vinum laetificet cor hominis:
ut exhilaret faciem in oleo, et panis cor hominis confirmet.”

(Del frutto delle tue opere, Signore, si sazierà la terra,
e tu produci pane dalla terra, e il vino allieta il cuore dell’uomo;
ed egli rallegra il suo viso con l’olio, e il pane gli conforta il cuore).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979.

L’interpretazione è dei Cantori Gregoriani diretti da Fulvio Rampi. La traccia musicale è reperibile nel CD “Canto Gregoriano. Corpus Domini. Canti Eucaristici” (Paoline Editoriale Audiovisivi, 2011).

Buona domenica e un caro saluto.

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