XIX domenica del Tempo Ordinario/B
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Gv 6, 41-51) Gesù si definisce “pane vivo disceso dal cielo” e afferma che il mangiare questo pane permette di non morire e di vivere in eterno. Il riferimento che immediatamente tutti comprendiamo è all’Eucaristia, ma esiste un atteggiamento previo che permette di collocare esistenzialmente la citata Eucaristia togliendola da una comprensione “magica”.
Infatti, esiste una relazione con il Signore – con categorie storiche, umane – che ognuno di noi è chiamato a intraprendere, costruire, curare. Una relazione che va oltre all’educazione ricevuta, ai luoghi comuni che abbiamo imparato da bambini al catechismo. Una relazione “personale”, analoga a quando ci innamoriamo, ci leghiamo intimamente e decidiamo di costruire il nostro futuro con una persona. Una relazione dove ci si appartiene, si divine una cosa sola e, in forza di questa unione, si guarda e interpreta la realtà, il proprio passato, il proprio futuro.
Non possiamo vivere senza una relazione così, non possiamo vivere senza essere innamorati, senza una consegna della nostra vita, senza un punto focale capace di metabolizzare, fondere le nostre forze e debolezze, capace di trasformare i nostri insoluti in senso, la nostra terra arida in un giardino, le nostre morti in vita, il nostro tempo limitato in eternità. Ecco perché la vera relazione con il Signore ci permette percepire il “per sempre”, di avere uno sguardo oltre la morte. Questa intima relazione va oltre e contiene ogni nostra relazione umana e ne permette la retta collocazione e la vera qualità.
L’Eucaristia è il divenire storico, concreto della succitata relazione, dove il Signore si metabolizza in noi e ci trasforma in Lui. È il compimento “nuziale” della nostra relazione con Lui che va preparato, curato, assaporato per essere ogni giorno di più nella “vita in abbondanza”.
L’antifona di ingresso, l’Introito, della celebrazione di oggi è tratto dal Salmo 73 (Sal 73, 20. 19. 22. 23) con il seguente testo:
“Réspice, Dómine, in testaméntum tuum,
et ánimas páuperum tuórum ne derelínquas in finem:
exsúrge, Dómine, et iúdica causam tuam,
et ne obliviscáris voces quaeréntium te.”
(Ricordati, Signore, della tua alleanza
e non abbandonare del tutto la vita dei tuoi poveri;
sorgi, Signore, e giudica la tua causa,
e non dimenticare il grido di quelli che ti cercano).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979.
La traccia musicale è reperibile su YouTube dove, purtroppo, non è indicato l’interprete.
Buona domenica e un caro saluto.
RESPICE DOMINO, (introito, Graduale Triplex)