XVIII domenica del Tempo Ordinario/B
di Massimo Palombella
Buona XVIII domenica del Tempo Ordinario.
Nel Vangelo di oggi (Gv 6, 24-35) Gesù si definisce “pane della vita” e afferma che coloro che entrano in una relazione autentica con Lui (stanno con Lui e credono in Lui) non avranno più fame e sete.
La fame e la sete a cui Gesù si riferisce non è, ovviamente, quella fisica, ma inerisce a quei bisogni profondi che costituiscono il cuore della nostra vita. Si tratta del nostro bisogno di amare, di essere amati, del nostro bisogno di esistere, di essere riconosciuti, bisogni che rappresentano insieme la nostra forza e la nostra debolezza. Infatti, proprio in questi bisogni si collocano gli insoluti della nostra vita, ciò che “disturba” il nostro vivere, ciò che chiede tanta nostra energia per essere collocato, “controllato”, “addomesticato”. Veniamo giocati per un po’ di affetto e considerazione, rischiamo di rompere le cose più belle e preziose della nostra vita per un po’ di attenzione, di riconoscimento. Ma, insieme, siamo capaci di generosità, di maternità, paternità, di prospettiva e visione proprio grazie al nostri bisogni accettati, collocati, trasformati in forza e senso.
Il Signore ci invita ad una relazione con Lui per avviare un lento processo di guarigione che ci condurrà, non senza fatica, a saper dare un nome preciso alla nostra fame e sete, ad accettare e collocare ciò che è “insoluto”, a trasformare le nostre debolezze nelle migliori delle nostre risorse, a sperimentare ogni giorno di più la “vita in abbondanza”.
L’antifona di Comunione della Celebrazione odierna è tratta dal libro della Sapienza (Sap 16, 20) con il seguente testo:
“Panem de caelo dedisti nobis, Domine,
habentem omne delectamentum,
et omnem saporem suavitatis.”
(Ci hai dato, Signore, pane dal cielo,
pieno di ogni dolcezza
e di ogni soave sapore).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979.
Buona domenica e un caro saluto.