Liturgia&Musica

V domenica di Quaresima/B

di Massimo Palombella

Buona V domenica di Quaresima.

Nel Vangelo di oggi (Gv 12,20-33) Gesù in modo esplicito annuncia la sua passione e morte, e ad Andrea e Filippo risponde con l’analogia del chicco di grano che, morendo, porta molto frutto.
È interessante notare che tutto quello che Gesù afferma circa il suo immediato futuro è suscitato da una domanda di alcuni Greci a Filippo: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. Una domanda semplice, ma non scontata, una domanda che, in fondo, ci appartiene profondamente. Infatti, dietro il verbo “vedere” è nascosto un desiderio, la ricerca di una “possibilità”, esattamente come Zaccheo che vuole “vedere” Gesù e sale su un sicomoro (Lc 19,3).

Il “vedere” non è un semplice e distaccato osservare, ma contiene una passione, un desiderio, proprio come il guardare la persona con la quale sentiamo di poter costruire il nostro futuro.

Un “vedere” che sottende il compromettere la vita, il legarsi, l’amore.

“Vedere” Gesù è desiderare di capire, di avere la ratio circa la verità della nostra vita, è cercare, bramare la via per la pienezza di umanità, per la “vita in abbondanza”. E solo questo ”vedere” ci abilita alla maturità della vita, a saper amare nella buona e cattiva sorte, ad accettare il dolore, portare la croce, morire come una “necessità di amore”.

Il desiderare di “vedere” Gesù è quel bisogno fondamentale e insopprimibile di pienezza di vita, quello stesso bisogno che espresse Mosè quando chiese a Dio “Mostrami la tua Gloria” (Es 33, 18).

Dare voce a questo bisogno, permette a questo bisogno di esistere, ad ogni età, è ciò che ci salva dalla sottile tentazione di ridurre la nostra vita a cose certe e sicure, ad orizzonti senza colore, a schemi e atteggiamenti ricevuti da un’educazione, ad una esistenza dove c’è tutto, ma manca l’essenziale.

L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 118 (Sal 118, 7.10.17.25) con il seguente testo:
“Confitebor tibi, Domine, in toto corde meo.
Retribue servo tuo, ut vivam et custodiam sermones tuos;
vivifica me secundum verbum tuum, Domine”.

(Ti loderò, Signore, con tutto il mio cuore.
Ricompensa il tuo servo affinché viva e custodisca le tue parole;
dammi vita secondo la tua parola. Signore).

La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Roma nel 1593 (IOAN. PETRO ALOYSIO PRAENESTINO, Offertoria totius anni [Romae, Apud Franciscum Coattinum, 1593]).
L’interpretazione è del Coro di Trinity College di Cambridge diretto da Richard Marlow. Il brano musicale è contenuto nell’album “Palestrina Offertoria” edito con l’etichetta discografica Chandos Early Music – Chaconne nel 2007.

Buona domenica e un caro saluto.

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