Liturgia&Musica

III domenica di Quaresima/B

di Massimo Palombella

Buona III domenica di Quaresima.

Nel Vangelo di oggi (Gv 2,13-25) Gesù, dopo aver scacciato i cambiamonete e i venditori di colombe dal Tempio, ha un colloquio con i Giudei. Mi sembra interessante notare i livelli diversi sul quale dialogano Gesù e i Giudei (Gesù preannuncia la sua Risurrezione e i Giudei parlano degli anni che ci sono voluti per costruire il Tempio), livelli che rimarranno tali non permettendo un incontro e conducendo così Gesù alla morte in croce.

Nella nostra relazione con Dio potremmo trovarci inconsapevolmente nella stessa situazione dei Giudei. Infatti, il Signore potrebbe attenderci in precise situazioni, manifestare la sua volontà in puntuali avvenimenti, e noi non essere in grado di comprendere, di capire perché viviamo, ragioniamo, attendiamo in un altro livello, con altri codici interpretativi.

La vera conversione del cuore è quella che ci permette di incontrare il Signore, di giungere al livello dove Lui ci sta attendendo. Questo significa cambiare davvero la vita, abbandonare i nostri codici interpretativi, lasciare desueti schemi che, nell’illusione di darci sicurezze, ci imprigionano in piccoli orizzonti che non dicono la verità di noi.

Il Signore però ci attende, e rispetta anche le nostre piccole comprensioni come ha fatto con Pietro quando (cf. Gv 21, 15-17), dopo due volte che gli ha chiesto se lui lo amava (richiesta fatta da Gesù con ἀγαπᾷς [agapas, da ἀγαπάω, agapaó] – verbo che indica l’amore totale, di predilezione, la consegna di sé – con Pietro che in modo ostinato risponde con φιλῶ [philō, da φιλέω, phileó], verbo che indica semplicemente un affetto tra amici un rapporto interpersonale fondato sull’uguaglianza), Gesù, la terza volta, si adegua a Pietro, alla sua piccola comprensione, alla sua ostinatezza, alle sue paure, e gli chiede con φιλεῖς (phileis – da φιλέω, phileó – lo stesso verbo usato da Pietro nelle precedenti risposte), se lui gli vuole bene. E nonostante questo, nonostante l’inadeguatezza, Gesù non rinuncia a fidarsi di Pietro e ad affidargli la guida della Chiesa. E nello stesso modo si comporta con ognuno di noi. Il Signore non attende che siamo adeguati alle sue proposte, che ci posizioniamo al livello dove dorremmo essere per capire, semplicemente, con pazienza ci prende per mano, non ci abbandona e ci conduce dove dovremmo andare, al nostro vero bene, alla “vita in abbondanza”.

L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 18 (Sal 18, 9.11.12) con il seguente testo:
“Justitiae Domini rectae, laetificantes corda;
et judicia eius dulciora super mel et favum.
Nam servus tuus custodit ea”.

(I precetti del Signore sono retti, fanno gioire i cuori,
e sono più dolci del miele e del favo,
perciò anche il tuo servo li custodirà.)

La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Roma nel 1593 (IOAN. PETRO ALOYSIO PRAENESTINO, Offertoria totius anni [Romae, Apud Franciscum Coattinum, 1593]).
L’interpretazione, dal vivo, è della Schola Cantorum St. Matthew’s Cathedral (Washington, D.C.) alle prove per la III domenica di Quaresima, il 24 marzo 2019.

Buona domenica e un caro saluto.

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