IV Domenica del Tempo Ordinario/B
di Massimo Palombella
Buona IV domenica del Tempo Ordinario.
Nel Vangelo di oggi (Mc 1, 21-28), nella sinagoga di Cafarnao, uno spirito impuro grida a Gesù “Che vuoi da noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?”.
Il grido di questo spirito impuro può divenire, a volte, anche il nostro silenzioso grido. Infatti, pianifichiamo la nostra vita, facciamo le nostre scelte e, in qualche modo, chiediamo a Dio di benedire tutto ciò. In sostanza, se non vigiliamo, Dio rischia di essere il grande assente in ogni nostro discernimento, in ogni nostra decisione importante, e di “entrare in gioco” solo per ratificare ciò che abbiamo deciso in modo assoluto e irrevocabile. Ma quando Dio ogni tanto si affaccia nella nostra vita, pone delle questioni, mette in dubbio le nostre decisioni, mostra orizzonti più ampi, allora anche noi – come lo spirito impuro – con rabbia urliamo “che vuoi da noi? Sei venuto a rovinarci?”.
Dio rischia di “rovinare” i nostri piani, si permette di dire qualcosa sulla nostra vita, e, un Dio così, è meglio tenerlo lontano.
Allora, se non stiamo attenti, rischiamo di credere in un Dio che fondamentalmente non esiste, un Dio che abbiamo inventato per stare tranquilli, per tacitare la nostra coscienza. Un Dio che basilarmente deve lasciarci sereni, e che interpelliamo solo quando ne abbiamo bisogno per avere risposte certe e sicure nella linea dei nostri definiti progetti.
Il vero Dio cristiano quando entra nella nostra vita è per allargare gli orizzonti, per farci vivere nella verità, che è la vera libertà. Può succedere che i nostri progetti vengano spazzati via, che ci ritroviamo dove non avremmo mai voluto andare, che ciò per cui abbiamo faticato lo perdiamo. Ma quando davvero Dio entra nella nostra vita fa nuove tutte le cose, toglie ciò che non è necessario e ci conduce con pazienza e amore – nonostante le nostre ribellioni – a divenire le persone che possiamo e dobbiamo essere.
L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 91 (Sal 91, 2) con il seguente testo:
“Bonum est confiteri Domino
et psallere nomini tuo, Altissime.”
(È bene lodare il Signore
e salmeggiare al tuo nome, Altissimo).
La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Roma nel 1593 (IOAN. PETRO ALOYSIO PRAENESTINO, Offertoria totius anni [Romae, Apud Franciscum Coattinum, 1593]).
L’interpretazione è del Coro di Trinity College di Cambridge diretto da Richard Marlow. Il brano musicale è contenuto nell’album “Palestrina Offertoria” edito con l’etichetta discografica Chandos Early Music – Chaconne nel 2007.
Buona domenica e un caro saluto.