Testimoni della luce (prima parte)
In ascolto di Esodo [Es 24,11]. Essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero
a cura di Gianmartino Durighello e del Gruppo Esodo
Quello che era da principio,
quello che noi abbiamo udito,
quello che abbiamo veduto con i nostri occhi,
quello che contemplammo
e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita
– la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta
e di ciò diamo testimonianza
e vi annunciamo la vita eterna,
che era presso il Padre e che si manifestò a noi -,
quello che abbiamo veduto e udito,
noi lo annunciamo anche a voi,
perché anche voi
siate in comunione con noi.
E la nostra comunione
è con il Padre
e con il Figlio suo, Gesù Cristo.
Queste cose vi scriviamo,
perché la nostra gioia sia piena.
Questo è il messaggio
che abbiamo udito da lui
e che noi vi annunciamo:
Dio è luce
e in lui
non c’è tenebra alcuna. [1Gv 1,1-5]
Abbiamo scelto di introdurci all’ascolto di oggi con questo passo della Prima Lettera di Giovanni, che la Liturgia ci offre ai Secondi Vespri del santo Natale. Il Natale è l’inizio del mistero pasquale: nel Natale, contemplando Gesù luce nella scura grotta di Betlemme, già lo pregustiamo sull’altare-mangiatoia della croce e nella grotta e giardino della risurrezione.
A Lui che ci dice: Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8,12), noi rispondiamo: Signore, alla tua luce vediamo la luce (Sal 35,10).
Dio è luce e in Lui non c’è tenebra alcuna. Questo è il messaggio che ci viene annunciato, perché tutti noi possiamo aver parte alla «Comunione» col Padre e con il Figlio, perché la nostra gioia sia piena.
Tutta la Liturgia del Natale ci parla di vita e di luce. E questa luce che è il Cristo ci accompagna come colonna di fuoco nel nostro esodo fino a splendere nell’Exsultet della notte pasquale.
Il nostro cammino in ascolto di Esodo ci ha portati senza volerlo al Natale contemplando il tema della Luce. E siamo giunti all’ultimo versetto di un passo che ci ha accompagnato per diversi incontri, la prima parte del racconto della celebrazione-conclusione dell’Alleanza (Es 24,1-11) che si conclude con un banchetto di comunione:
Essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero.
L’Alleanza che Dio celebra sul monte con Mosè, abbiamo visto, è per noi la chiamata a partecipare alla comunione di vita-luce in Lui.
Ricordiamo cosa è avvenuto fino a qui:
Mosè riferisce al popolo tutte le Parole e le Norme che Dio ha donato e il popolo si impegna unanime a camminare alla luce di questa Parola. Mosè quindi innalza un altare su 12 stele, a simbolizzare le 12 tribù di I-sraele. Convergono qui due tradizioni di celebrazione e ratifica dell’Alleanza: l’offerta della vittima in sacrificio sull’altare con aspersione del sangue e il banchetto di comunione (già contempliamo questi due a-spetti nel mistero pasquale di Cristo: il suo sangue sparso per noi sull’altare della croce e il banchetto eucaristico!). Il versetto di Esodo che ascoltiamo oggi ci riporta alla seconda tradizione, alla forma del banchetto: essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero”.
* La Trasfigurazione.
Qualcosa è cambiato in loro. Abbiamo più volte considerato come non sia tanto importante e neppure possibile cercare di descrivere cosa e quanto essi… e noi (!) nel nostro esodo possiamo «vedere» di Dio, quanto il fatto che questa esperienza ci trasforma, ci trasfigura. Come Mosè, dopo l’episodio del vitello e il rinnovo dell’Alleanza:
Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui. [Es 34,29]
E così quando usciva dalla tenda del convegno:
Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. [Es 34,35]
È quanto accade ai discepoli di Gesù sul Tabor. È Gesù che si trasfigura o sono piuttosto loro ad essere trasformati dalla sua luce?
Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. [Mt 17,2]
Può essere capitato anche a noi che – ad esempio – dopo una bella esperienza di preghiera (o di carità vissuta) o un ritiro spirituale, tornando a casa, al nostro paese, qualcuno ci dica: ma come sei contento! Sì, davvero: siamo trasfigurati nel volto. E tutti se ne accorgono e diventano anch’essi felici di vederci radiosi.
Certo anche Pietro, Giacomo e Giovanni – come i loro padri da Ada-mo a Mosè, Aronne, Nadab e Abiù – sono presi da grande timore di fronte a questa esperienza di trasfigurazione nella luce. E Gesù si avvicina, li tocca con la mano (quella mano che ancora una volta non si muove per punire o uccidere, ma per alzarci e darci consolazione) e dice loro: “Alzatevi e non temete”! (Mt 17,6-7).
Ricordiamo? Mosè chiederà a Dio “Mostrami la tua gloria” (Es 33,18). Ora Dio Padre risponde mostrandoci la sua Gloria nel Figlio:
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
(…)
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato. [Gv 1,14ss]
* Gesù rivela la vera immagine «umana» di Dio
Dio nessuno lo ha mai visto. Ci chiediamo allora cosa davvero abbiano visto Mosè e compagni. Ma ripetiamolo: non possiamo dire «cosa», ma «quanto» e «come» li ha trasformati. Non possiamo descrivere ciò che ve-diamo, ma possiamo indicarne… la «Presenza», e lo possiamo proprio in quanto veniamo trasformati dalla Sua Luce, divenendo così testimoni della Luce. La Sua Presenza (Dio-con-noi) e la nostra Partecipazione alla sua comunione di vita nella luce: di questo siamo testimoni.
Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di Lui è perfetto in noi. [1 Gv 4,12]
Contempliamo allora la Gloria, lo splendore del volto di Dio che si manifesta nel Figlio. Non solo: in Lui la nostra immagine è ricreata alla purezza nella quale è stata generata, chiamata alla luce. Cosicché nell’amore reciproco gli uomini stessi rifulgono della luce del volto di Dio, impressa in noi indelebile nel giorno della creazione.
Ama il tuo fratello! Se amerai il fratello che tu vedi, potrai nel medesimo tempo vedere Dio, perché vedrai la carità stessa, e Dio abita nella carità. [Agostino d’Ippona]
Sentiamo come rivolte a noi le parole di Gesù a Filippo.
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. [Gv 14,8-9]
Guardiamo allora a Gesù e lasciamoci trasformare dalla sua luce. Gesù, irradiazione della Gloria del Padre:
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza. [Eb 1,3]
Chi ha visto me – dice Gesù – ha visto il Padre!
Cristo libera gli uomini dall’idolatria non in modo negativo, sopprimendo ogni immagine, ma in modo positivo, rivelando la vera immagine umana di Dio. (…) “La sua umanità stessa è l’immagine della divinità” (VII Concilio), “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Il visibile viene affermato nella sua funzione iconografica di visione dell’invisibile. [P. Evdokimov]
* Dio nell’uomo… contempla la Sua immagine.
Ricordiamo la luce di zaffiro? Come splendeva alla nostra vista sotto i Suoi piedi. L’abbiamo contemplata come Luce di purezza, di trasparenza! Essa illumina il nostro volto, irradia i nostri cuori:
E Dio, che disse: “Rifulga la luce dalle tenebre”, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo. [2 Cor 4,4.]
Nei nostri cuori!
Quando Egli mostra il suo Volto, la luce fa scaturire dal cuore della sua creatura una dossologia che canta il suo regno, la sua potenza e la sua gloria. (…) Egli fa del cuore l’organo per conoscere la gloria, ma anche per rifletterla: “la sua luce risplende sul volto dei tuoi santi”, così canta la Chiesa. [P. Evdokimov]
Per questo quando raffiguriamo i santi li raffiguriamo con l’aureola, segno della gloria. Pensiamo: anche Giuda! In molti dipinti, finché è alla mensa di Gesù, anche Giuda ha l’aureola! Lasciamoci liberare allora e purificare in modo che nel nostro cuore abiti la sua Luce. Chiediamo al Signore il dono della purità di cuore così da poter irradiare la luce del Suo volto:
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. [Mt 5,8]
Di visione in visione, il nostro cammino è cammino dall’immagine alla pienezza della somiglianza nella reciproca carità:
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come Egli è. [1 Gv 3,2]
Ora – dice Paolo – riflettiamo in modo imperfetto, come in uno specchio, ma di gloria in gloria veniamo trasformati nella purezza della Sua immagine, della Sua luce:
E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. [2 Cor 3,18]
“L’attributo della gloria è la luce” – ci ricorda ancora Pavel Evdokimov introducendoci al mondo delle icone. E la prima icona che l’iniziato iconografo è chiamato a dipingere è proprio l’icona della Trasfigurazione, affinché Cristo irradi della Sua luce il cuore dell’iniziato:
“Voi siete la luce del mondo” (…). La verità di ogni essere si esprime nella purezza del suo riflesso: è la grazia meravigliosa per ogni creatura di essere immagine e specchio dell’increato.
(…) Dio può riguardarsi nell’uomo e riflettervisi come in uno specchio perché l’uomo è fatto a sua immagine. Dio parla il linguaggio umano, ha anche una forma umana. La migliore icona di Dio è certamente l’uomo. [P. Evdokimov]
Così scrive in una sua meditazione un carissimo amico:
Con la storica incarnazione di Dio, la vita umana ha assunto un valore infinito (…). È una centralità che ci spinge a prendere possesso della nostra mente, del nostro corpo e del nostro agire; un invito quindi a realizzare quel processo di umanizzazione, che è il solo scopo della nostra vita. Nel profondo dell’umanità c’è Dio! E ciascun credente deve trasformarsi in un distillato di umanità. [G. Bortoli]
Lasciamoci questo impegno: guardiamo a Gesù che splende nella grotta di Betlemme… e guardiamo Gesù che splende sull’altare della croce. Lasciamoci irradiare dalla sua luce, dalla sua presenza di vita. Testimoni della Luce. Ci aiuta l’icona di Giovanni il Battista:
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di Lui
e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
E la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce… [Gv 1,1-7]
Testimoni della Luce!