Liturgia&Musica

XXXIII domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Buona XXXIII domenica del Tempo Ordinario.

Nel Vangelo di oggi (Mt 25,14-30) Gesù, con la parabola dei talenti, ci sfida silenziosamente in una dimensione molto profonda della nostra vita. Infatti, è interessante notare che il servo che non produce nulla con il talento ricevuto (e probabilmente di tutti i servi era il più capace, il più intelligente, proprio per aver ricevuto “solo” un talento e quindi, di tutti, era quello più “sfidato”) si giustifica dicendo che ha avuto “paura”. La paura può divenire in modo impercettibile l’unico vero criterio decisionale della mia vita. Ho paura di sbagliare, di fallire, del giudizio degli altri, di  legarmi…di “osare”. E anche se una volta sono stato capare di vincere la paura, e mi sono laureato, sposato, ho avuto dei figli, ho iniziato un nuovo lavoro… la paura insidia la mia vita tentandomi
continuamente verso un’esistenza mediocre.

Per vivere in pienezza, per far fruttificare i talenti, dovrò essere capace di andare oltre gli orizzonti di un’educazione ricevuta, oltre le consolidate consuetudini che mi fanno stare tranquillo e al sicuro, oltre le acquisite certezze accademiche, oltre la nozione di “bene” e di “male” ricevuta… In sostanza, è solo “oltre” che Dio mi attende, e per fare questo passo, ad ogni età della vita, mi
ritrovo a fare i conti con la paura, ad essere tentato dalla paura che molto spesso mi inganna e paralizza con cose puntualmente vere, ma ordinate in modo falso.
Potrei ritrovarmi prigioniero della paura, e vi rimarrò tale fino a quando non chiamerò per nome la mia paura, fino a quando non avrò l’umiltà di chiedere aiuto e di fidarmi. Esattamente qui il Signore attende con infinita misericordia ognuno di noi per donarci una vita vera, una vita degna di essere vissuta.

L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 129 (Sal 129, 1.2) con il seguente testo:
“De profundis clamavi ad te, Domine;
Domine, exaudi orationem meam.
De profundis clamavi ad te, Domine”
(Dal profondo ho gridato a te, Signore;
Signore, ascolta la mia preghiera.
Dal profondo ho gridato a te, Signore).

La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Roma nel 1593 (IOAN. PETRO ALOYSIO PRAENESTINO, Offertoria
totius anni [Romae, Apud Franciscum Coattinum, 1593]).

L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” alla Celebrazione Papale del 13 novembre 2016.

Buona domenica e un caro saluto.

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