Commemorazione dei fedeli defunti
di Massimo Palombella
Buona Commemorazione dei fedeli defunti.
Sant’Agostino (354-430) nel capitolo IV del “De cura gerenda pro mortuis” parla di preghiere che la Chiesa fa in una commemorazione generale di tutti i fedeli defunti: “mai si debbono trascurare le suppliche per le anime dei defunti: cosa che la Chiesa, in una comune commemorazione, ha fatto da sempre per tutti coloro che sono morti nella comunione cristiana e cattolica, anche senza dirne i nomi”.
Nel VI secolo, era consuetudine nei monasteri benedettini di tenere a Pentecoste una commemorazione dei monaci deceduti.
In Spagna al tempo di Sant’Isidoro di Siviglia (560-636) tale celebrazione si teneva il Sabato prima della Sessagesima o prima della Pentecoste. In Germania esisteva un’antica celebrazione in cui si
pregava per i defunti il 1° ottobre.
Nel medioevo questa celebrazione lentamente si diffuse in varie diocesi. L’estensione all’intera Chiesa sembra potersi rintracciare per la prima volta nell’Ordo Romanus del XIV secolo, dove il 2 novembre è indicato come “anniversarium omnium animarum”.
La Chiesa dedica un giorno per ricordare i defunti nella convinzione che per vedere Dio occorre essere liberi da tutto ciò che, in qualche modo, ci lega a realtà “temporali”. Ecco allora la necessità di pregare per coloro che sono morti e hanno bisogno di una purificazione, di un liberarsi da tutto ciò che non permette ancora la visione di Dio. Questa realtà è ciò che tradizionalmente chiamiamo “purgatorio”, una situazione a “confine” tra la storia e l’eternità.
Ricordare oggi i defunti significa essere a contatto, prendere “famigliarità” con la morte, l’unica cosa davvero certa della nostra vita. La morte mi interroga su quanto sto davvero vivendo, sulla vera qualità della mia vita, su ciò che è davvero essenziale e non posso permettermi di perdere, su quanto oggi sono davvero pronto per “vedere Dio”.
L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna ha il seguente testo:
“Domine, Iesu Christe, Rex gloriæ,
libera animas fidelium defunctorum
de poenis inferni et de profundo lacu:
libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne cadant in obscurum:
sed signifer sanctus Michæl repræsentet eas in lucem sanctam:
quam olim Abrahæ promisisti et semini eius”
(O Signore Gesù Cristo, Re di gloria,
libera le anime di tutti i fedeli defunti
dalle pene dell’inferno e dalla fossa profonda:
liberale dalle fauci del leone, né le inghiotta il tartaro, né cadano nelle tenebre:
ma il vessillifero san Michele le conduca alla luce santa:
come un tempo promettesti ad Abramo e alla sua discendenza).
La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dalla “Missa pro Defunctis” rintracciabile nel Primo Libro delle Messe, nell’edizione del 1591 (IO. PETRO ALOYSIO
PRAENESTINO, Missarum cum Quatuor, Quinque, ac Sex vocibus. Liber Primus [Romae, Apud Alexandrum Gardanum, Impensis Iacobi Tormerij 1591]).
L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” alla Celebrazione Papale del 3 novembre 2018.
Buona giornata e un caro saluto.