Liturgia&Musica

XXI domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Buona XXI domenica del Tempo Ordinario.

Nel Vangelo di oggi (Mt 16, 13-20) Gesù pone una domanda essenziale ai suoi discepoli, “voi chi dite che io sia”, e alla risposta di Pietro “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, conferisce immediatamente allo stesso Pietro una profonda identità, un grande orizzonte: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa…”.

E’ interessante notare che tutte le volte che nella nostra vita diamo spazio al Signore, riconosciamo una sua valenza nella nostra vita, il Signore, come ha fatto con Pietro, rafforza la nostra identità, allarga i nostri orizzonti.

In relazione a questo è importante ricordare il primo incontro di Pietro con Gesù, narrato dall’evangelista Luca (Lc 5, 1-11). Pietro, in qualche modo e come in qual momento era capace, si fida di Gesù e, “sulla sua parola getta le reti”, nonostante tutta la notte non avesse pescato nulla. In questa vicenda, Gesù, volendo stabilire una relazione personale con Pietro, non “violenta” la sua vita, non gli chiede qualcosa di estraneo a lui… Gli chiede di continuare ad essere un pescatore, ma non più di pesci, di uomini. Semplicemente allarga i suoi orizzonti, gli permette di iniziare un cammino che lo condurrà ad essere la pietra sulla quale si edificherà la Chiesa.

La domanda che Gesù oggi rivolge ai suoi discepoli, è allora indirizzata personalmente ad ognuno di noi: “tu, oggi, chi dici che io sia” e cioè, “chi sono io per te”, “che posto ho nella tua vita” “quali sono i criteri con i quali fai le tue scelte, pensi il tuo futuro, gestisci i momenti difficili della tua vita”…

È una domanda essenziale, che chiede ad ognuno di noi una risposta altrettanto essenziale. In questo processo esiste però una certezza: ogni piccolo spazio che lascio al Signore nella mia vita, Lui lo trasforma – come ha fatto con Pietro – in identità, senso, allargamento di orizzonti… In sostanza lo trasforma in ciò che è davvero il mio bene, in ciò che mi permette di camminare verso la verità, verso la persona che posso e devo essere.

L’antifona di Offertorio di oggi è tratta dal Salmo 39 (Sal 39, 2.3.4) con il seguente testo:
“Exspectans exspectavi Dominum, et respexit me;
et exaudivit deprecationem meam
et immisit in os meum canticum novum,
hymnum Deo nostro”
(Ho atteso intensamente il Signore ed egli ha rivolto lo sguardo su di me;
ha ascoltato la mia preghiera
e mi ha posto sulla bocca un canto nuovo,
un inno al nostro Dio).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979.
L’interpretazione è del Coro dei Monaci di Pluscarden Abbey (Scozia). Il brano musicale è contenuto nel CD “A Liturgy for St. Columba” pubblicato da Ffin Records nel 2017 (rimasterizzazione digitale dell’originale del 1997).

Buona domenica e un caro saluto.

× How can I help you?