Approfondimenti

Non so dove l’hanno posto!

In ascolto della Parola (Gv 20,1-18)

di Gianmartino Maria Durighello

Buona Pasqua! Davvero è potente questo augurio! Voglio leggere il Vangelo della Risurrezione aiutato dalla figura di Maria di Magdala e dell’arte.

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. (…)
Maria (…) stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva.
Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”.
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria!”. Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!” – che significa: “Maestro!”. Gesù le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”.

Scopriamo di essere in un giardino, da sempre…
Dal giardino della Creazione al giardino della Pasqua fino al Giardino del Paradiso, attraverso la poesia e la profezia del giardino del Cantico dei Cantici. Il Cantico dipinge questo giardino come un (H)ortus conclusus. Fuori di questo giardino è una fitta selva e… “nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura”.
«Mi ritrovai» – dice Dante – nel senso di «ritrovai me stesso». Il suo cammino, come quello di Adamo, come quello dello Sposo del Cantico, come quello della Maddalena e come quello del buon ladrone… è un cammino attraverso la selva oscura, ma verso Oriente, verso il sole, verso il Paradiso, parola persiana che, come sappiamo, significa «giardino».

Ma prima un grande sconcerto: non solo la morte, ma non avere il corpo su cui piangere! Maria è al sepolcro e non trova il corpo di Gesù. Solo un sepolcro vuoto e buio. Lei non sa ancora che Gesù è risorto. Sa solo che non può piangere sul suo corpo. Penso ancora ai tanti morti in questa nostra epidemia, portati via dai camion dell’esercito… Neppure una tomba su cui piangere.

Il giardino della Risurrezione
Questo affresco di Beato Angelico dipinge il Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato nel momento preciso in cui Maria riconosce Gesù nel custode del giardino.
* Il sepolcro. A sinistra (nell’iconografia la sinistra indica l’Ovest, dove tramonta il sole) il sepolcro aperto rivela in tutta la sua drammaticità nel nero dell’interno quanto sia profonda tenebra e solitudine la morte. Ma soprattutto il sepolcro è vuoto! Maria non può piangere sul corpo del suo Gesù!
* Maria. Maria è vicina al sepolcro, vestita tutta di rosso (simbolo dell’umanità), ma con i capelli biondo oro (simbolo della chiamata a partecipare alla vita divina). È in ginocchio rivolta verso Gesù, a Oriente (nell’iconografia a destra, l’Est, dove sorge il sole e da dove proviene la luce). Se guardiamo infatti gli alberi del giardino, possiamo ancora contemplare come la luce provenga da destra, da oriente.
* Gesù. A Oriente troviamo infatti Gesù, vestito in abiti splendenti come nella Trasfigurazione. Egli cammina verso oriente, ma il suo volto e la sua mano destra sono rivolti ancora a occidente, in particolare a Maria, che rappresenta tutta la nostra umanità. Sulle spalle egli ha una zappa. Maria credeva egli fosse il custode del giardino. Ma egli… «è» davvero il custode del giardino. Il giardino che siamo noi, chiamati ad essere giardino nuziale.
* Il giardino. Ritornando all’affresco contempliamo come questo della Risurrezione sia propriamente un giardino. Osserviamo infatti sullo sfondo uno steccato che delimita il giardino, oltre il quale c’è una fitta selva.

Il giardino della Creazione
Il giardino della Pasqua richiama il giardino della Creazione. Del resto la Pasqua, prima ancora di divenire la festa della liberazione dalla schiavitù d’Egitto e del passaggio del Mar Rosso è la festa della rinascita della Primavera e memoria della Creazione. La Pasqua di Gesù si inserisce in questo evento proprio come nuova creazione, primavera cosmica.
L’iconografia medioevale dipinge il giardino della creazione ancora come un giardino chiuso, come appare in questa immagine del XV secolo tratta dal Mappamondo di Fra Mauro.
Come racconta il libro della Genesi, dopo il peccato, Adamo ed Eva sono cacciati fuori del giardino, ma… verso Oriente. Il cammino della coppia umana è certamente nella foresta, è certamente un esodo, ma già un esodo pasquale, rivolto verso Oriente, verso la luce, verso il Sole che sorge e che viene loro incontro.

Il chiostro e i quattro giardini
Il giardino del paradiso nella mistica medioevale origina la simbologia del chiostro. Il chiostro: un quadrato aperto verso la sfera del cielo con in mezzo un albero o un pozzo. Albero e pozzo sono ancora un richiamo alla creazione, all’albero della vita e all’acqua sulla quale aleggia lo Spirito. E la prima parola della creazione, «luce», scende dal cielo a fecondare l’acqua del pozzo, da cui si dipartono idealmente i quattro fiumi della creazione a dare vita al cosmo creato. Il cielo (la sfera – elemento ternario) si sposa con la terra (quadrato – elemento quaternario). Quadratura del cerchio. Ma il chiostro ancora, con i suoi quattro angoli, significa i quattro giardini della storia di salvezza: il giardino della creazione, il giardino del Cantico dei Cantici, il giardino della Risurrezione e il Paradiso.

Il giardino del Cantico dei Cantici
Il giardino del Cantico dei Cantici è il giardino che in profezia ci dona il senso più pieno di questo giardino: un giardino nuziale. L’incontro simbolico della luce del cielo con l’acqua del pozzo dice il desiderio di incontro totale tra Dio e la coppia umana in cammino verso di Lui. Il pozzo (e l’acqua) nella Bibbia – come in tutta la storia e la letteratura – è il luogo d’incontro tra la fanciulla e il suo cavaliere-sposo. Così al pozzo Gesù incontra la donna samaritana a dirle che Lui è il vero pozzo di acqua viva. E in croce contempliamo il cuore di Gesù come pozzo di acqua viva, da cui scaturisce l’acqua di una rinnovata creazione.

Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata. [Ct 4,12]

Nella mistica ebraico-cristiana la data del giorno della Creazione e della Pasqua coincidono. E per i cristiani coincidono ovviamente anche con la Pasqua di Gesù in un equinozio di primavera che assume portata cosmica.
Nella stessa data, simbolicamente contemplata il 25 marzo, a nove mesi dal solstizio d’inverno, il giorno Natale di Gesù, contempliamo anche la festa dell’Annunciazione e dell’incarnazione del Verbo nel grembo della Vergine. Maria Vergine è cantata lei stessa come Ortus conclusus.
Osserviamo ancora come Beato Angelico dipinge l’Annunciazione. Sullo sfondo ancora uno steccato delimita il giardino dalla fitta foresta e Maria, fatta tabernacolo del Verbo… è ad est. Il Verbo è entrato nel suo grembo. Maria Vergine è modello e profezia dell’umanità congiunta al suo creatore.
Ecco allora che Maria di Magdala scorge in Gesù il custode del giardino! “Sono forse io il custode di mio fratello?” risponde Caino a Dio dopo l’uccisione di Abele, rinunciando alla sponsalità col proprio fratello. Ma anche il cammino di Caino – ci racconta il libro della Genesi – sarà un cammino verso Oriente! E Dio non lascia Caino senza protezione. Come aveva fornito Adamo di foglie di fico a ombra e protezione della sua discendenza (questo è a mio avviso il profondo significato delle foglie di fico sopra i genitali del progenitore), così a Caino dà un segno, che secondo la tradizione è il nome di Dio (Io-sono-con-Te) oppure una Tau, la croce. E sulla croce Gesù emette l’ultimo respiro, in ebraico Hebel, Abele! Sulla croce Gesù, nuovo Adamo, ci ridona il fratello che pensavamo di avere perso. Il cosmo è riconciliato nell’eterna promessa nuziale: Io sono con Te!

Il giardino del Paradiso
E proprio sulla croce, al ladrone con-crocifisso con lui, Gesù dice: “Oggi Tu sarai con me in Paradiso”. Questo “essere-con” si realizza nella Pasqua di Gesù. Tiziano dipinge il buon ladrone staccato dalla croce in volo verso il cielo. Non possiamo piangere sul suo corpo. Ma come Maria ci voltiamo indietro (!) verso oriente, e possiamo allora scorgere Gesù, vestito di luce, che ci chiama per nome.

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