Psallite! incontra Marina Mungai
Intervista alla famosa direttrice del coro “Note Blu” sul canto come espressione della persona
L’inviato di Psallite!, Vincenzo Lavarra, ha incontrato il M° Marina Mungai in occasione della due giorni nella cattedrale di Trani
Marina Mungai è direttrice del Coro Note Blu di San Ponziano dal 1982.
Dal 2009 è direttore artistico del Corso Biennale di Formazione e Direzione di Coro ad indirizzo liturgico «Giovanni Maria Rossi», promosso dalla CEI.
Lavarra: Leggendo il tuo curriculum e conoscendo il tuo particolare approfondimento del metodo «Voce-Persona-Comunicazione» di Giovanni Maria Rossi direi che venire dirigere a Trani il Coro Note Blu è stato un percorso ‘naturale’.
Mungai: Credo di sì. Note Blu è una realtà che molto deve a Giovanni Maria Rossi, pur non avendolo mai incontrato direttamente. Quando nel 1991, iniziai la sperimentazione della VOCE-PERSONA con il coro, e poi nel 1993 discussi la tesi sulla metodologia, Giovanni [Maria Rossi] mi disse «oggi mi hai fatto un grande regalo». Ecco, credo che, a distanza di tanti anni, oggi con il Note Blu a Trani, a ricordare e celebrare il Maestro, abbiamo confermato, almeno in parte, quel dono e ricambiato di tutti quelli che lui ha fatto a noi.
Mungai: Non ho avuto difficoltà , anche perché sono stata aiutata dalla precedente esperienza del 1994, supportata da una appassionata registrazione discografica. Il Coro è abituato ad affrontare il repertorio moderno e contemporaneo e conosceva già lo stile di Giovanni Maria Rossi.
Mungai: La gioia di aver portato il gruppo che dirigo sulle orme del ricordo così affettuoso che Trani conserva di Giovanni [Maria Rossi].
La calda accoglienza dei tranesi, in particolare di don Mimmo – insuperabile ospite! -. di te, Vincenzo, e dei vostri collaboratori. L’onore di essere stata scelta per «prendere il posto» di Giovanni Maria Rossi, come già è successo al COPERLIM. Per Note Blu, l’inserimento nel vasto repertorio già praticato, di un’intera messa – di qualità e fattura moderna.
Mungai: Per quanto riguarda la crescita – vocale, artistica, liturgica, ecc – di un coro, il primo consiglio va dato al direttore: studiare, formarsi, in-formarsi, cantare! Non c’è dubbio che la preparazione di un coro sia direttamente proporzionale a quella del suo direttore. Nella misura in cui il direttore si formerà come tale, sarà in grado di offrire al proprio gruppo:
– un chiaro percorso di formazione vocale;
– stimoli e orizzonti sempre nuovi per una continua crescita, progressiva e proporzionata al livello del coro;
– una corretta lettura delle capacità effettive del gruppo, per cui saprà proporre un repertorio mai spropositato rispetto alle dimensioni e alle possibilità musicali ed espressive del coro – causa di tante «inutili fatiche» e a volte di vere «mortificazioni» quindi depressioni del gruppo -;
– una conoscenza approfondita del repertorio, aperta alle novità , capace di selezionare non solamente in base al gusto personale e corale – «questo brano è bellissimo, lo propongo al coro» – , ma come già detto, alle reali possibilità del coro.
Da parte loro, i coristi hanno il compito fondamentale dell’adesione – al progetto corale proposto dal direttore – e della presenza. Una frequentazione sporadica non forma un gruppo corale: è meglio contare su un gruppo più esiguo e meno «capace», ma che abbraccia con passione e «disciplina» l’attività corale, piuttosto che contare su alcuni «bravissimi» – magari musicisti titolati – che centellinano la loro presenza per comparire «al bisogno». Questa è una scorciatoia che non aiuta il coro a crescere!
La stima reciproca, l’amore al canto comune, la fiducia in un direttore che continuamente si forma e si prepara alla conduzione di un gruppo «di persone» – piuttosto che di uno «strumento» – credo siano gli ingredienti per una sana crescita del coro.