Un giorno verrò

Isaia Ravelli, Gianluca Chemini


Nessuno se non lui può fare

Nessuno se non lui può fare,
di ogni essere umano che incontra,
una sorta di cominciamento.

Nessun’altro sa fare come lui
di ogni istante una nascita.

(…)

Lui illumina ad ogni istante l’eternità
e fa delle nostre ore una primavera.

Così scriveva il poeta francese J. Grosjean. In un periodo per molti aspetti complesso per tutti, sentiamo in tanti il bisogno di qualche piccola rifioritura dentro la nostra vita. Da cristiani, poi, crediamo che ogni nostra piccola rinascita, ogni nostro cominciamento, pur feriale e discreto, ogni traccia di luce che sperimentiamo non sono altro che una piccola fessura da cui sbirciare il nostro futuro di risorti in Cristo. Ce lo ha promesso: «non vi lascerò soli». E quando tornerà, alla fine dei tempi, sarà per tutte e tutti luce, primavera, vita piena. Forse nel tempo abbiamo affievolito come cristiani e come chiesa questa consapevolezza, abbiamo allentato l’attesa, forse non ci si pensa nemmeno più di tanto. Eppure è la nostra fede ed è fonte di grande speranza sapere che il Signore verrà.

Un canto per il Tempo di Avvento

Il tempo liturgico dell’Avvento, spesso ridotto alla semplice attesa del Natale, ci ricorda ogni anno anzitutto questa verità. È un tempo dove rafforzare l’attesa della venuta del Signore, della parousia che avverrà alla fine dei tempi. Questo canto vuole anzitutto, con il suo ritornello, ricordare questo tema centrale dell’Avvento. «Un giorno verrò», suona la promessa del Signore. E alla sua venuta sono associate le immagini della luce e della primavera, del rifiorire. Sono solo immagini, ma non possiamo esprimerci in altro modo.

La gioia espressa dalla melodia del ritornello ci aiuta a ricordare che quel giorno, il giorno della sua venuta, è da attendere perché sarà gioia, vita piena, vita eterna. Sarà vita rifiorita, perché risorta con e in Cristo. Essendo canto di Avvento, poi, le strofe, maggiormente delicate e con una linea melodica più particolare, sono una rielaborazione delle celebri “Antifone maggiori dell’Avvento”, dette anche “Antifone in o”, perché iniziano tutte con il vocativo “o”. Si tratta delle antifone al Magnificat che sono cantate dalla tradizione durante i vespri delle “ferie maggiori dell’Avvento” (dal 17 al 23 dicembre). È significativo che ognuna inizi con un epiteto cristologico differente, le cui lettere iniziali, in latino, messe in ordine dall’ultima alla prima, formano l’acrostico «ERO CRAS»: (ci) sarò domani. È la promessa del Cristo veniente. Ma le antifone, prese singolarmente, si rivelano anche sette sentieri di ingresso in preghiera, tutti culminanti con un’unica consapevolezza: Tu, Signore, sei il Dio-con-noi! Vieni presto! Ecco perché questo canto è particolarmente adatto per l’Avvento e, più in generale, per ravvivare l’attesa del Signore veniente.

Il testo

Rit. Un giorno verrò come vi ho promesso,
riconcilierò, verserò luce.
Un giorno verrò e sarà primavera,
rifiorirà tutta la terra in me.

1. Tu sei Sapienza, dono dell'Altissimo,
tutto disponi con forte dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della tua volontà.

2. Tu sei Signore, fiamma inestinguibile, 
che hai donato la Legge di vita:
vieni a liberare chi giace nella schiavitù.

3. Tu sei Germoglio, segno per i popoli,
i re stupiti si copron la bocca:
vieni, ti acclamiamo, tu sola speranza per noi.

4. Tu sei la Chiave, figlio del re Davide,
apri e chiudi le porte del regno:
vieni, dona la vita: la morte mai più prevarrà.

5. Tu sei l'Oriente, sole di giustizia, 
luce che splende vincendo la notte:
vieni a rischiarare i cuori di chi spera in te.

6. Tu, Re potente, pietra angolare,
tu che riunisci i popoli in uno:
vieni a riplasmare l'immagine tua in noi.

7. Emmanuele, re e legislatore,
sola speranza, rifugio dei cuori:
vieni, Dio con noi, la nostra salvezza sei tu.

Autori

  • Isaia Ravelli è nato nel 1990. Ha conseguito i diplomi in “Direzione di coro e composizione corale” presso il conservatorio G. Verdi di Milano e in “Organo e Composizione Organistica” presso il Conservatorio “Gaetano Donizetti” di Bergamo. Ha studiato canto con Maria Chiara Ferraro. Attualmente studia improvvisazione organistica con p. Théo Flury presso il “Pontificio istituto di musica sacra” di Roma. Ha collaborato con l’ufficio liturgico della diocesi di Milano come compositore. Ha suonato come interprete organista in Italia e all’estero per diverse rassegne concertistiche. Nel settembre 2021 ha vinto il concorso nazionale di composizione per l’inno del Sinodo della Diocesi di Cefalù ed è stato premiato dal direttore emerito della Cappella Musicale Pontificia Sistina Mons. Giuseppe Liberto, presidente della commissione esaminatrice. Dal 1 gennaio 2024 ha assunto l’incarico di organista titolare e compositore del Santuario di Lourdes (Francia).

  • Don Gianluca Chemini è nato a Milano nel 1993. Nel 2015 consegue la laurea cum laude in lettere presso l’Università degli Studi di Milano. Dall’a.a. 2016/’17 inizia a frequentare la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale presso il Seminario di Milano, di cui ha assunto l’incarico di Maestro di Cappella dal 2019 al 2021, anno in cui ha conseguito il primo ciclo di studi teologici summa cum laude. Dal 2019 al 2022 ha svolto servizio pastorale presso il carcere S. Vittore di Milano e la C. P. Cenacolo a Quarto Oggiaro. Dopo l’Ordinazione presbiterale, dal 2022 sta completando gli studi in teologia dogmatica presso la Pont. Univ. Gregoriana di Roma. È autore di testi di musica liturgica e articoli di teologia e spiritualità, pubblicati, fra le altre, dalle riviste Psallite! e La Rivista del Clero Italiano. Ha collaborato con la c.e. Sanpino (To) per la revisione alla traduzione de La vita scrive a matita di Ch. Bobin e ha pubblicato la raccolta di poesie Anima e lenzuola (2023) per la collana “Passio” della c.e. Interlinea (No).

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Isaia Ravelli è nato nel 1990. Ha conseguito i diplomi in “Direzione di coro e composizione corale” presso il conservatorio G. Verdi di Milano e in “Organo e Composizione Organistica” presso il Conservatorio “Gaetano Donizetti” di Bergamo. Ha studiato canto con Maria Chiara Ferraro. Attualmente studia improvvisazione organistica con p. Théo Flury presso il “Pontificio istituto di musica sacra” di Roma. Ha collaborato con l’ufficio liturgico della diocesi di Milano come compositore. Ha suonato come interprete organista in Italia e all’estero per diverse rassegne concertistiche. Nel settembre 2021 ha vinto il concorso nazionale di composizione per l’inno del Sinodo della Diocesi di Cefalù ed è stato premiato dal direttore emerito della Cappella Musicale Pontificia Sistina Mons. Giuseppe Liberto, presidente della commissione esaminatrice. Dal 1 gennaio 2024 ha assunto l’incarico di organista titolare e compositore del Santuario di Lourdes (Francia).