Daniela Bianchi
Il brano “Tu apri la tua mano” è un canto ispirato al Salmo 144 (145) pensato per essere eseguito come canto alla comunione in alternanza tra la schola e l’assemblea, specialmente nella XIV e XVIII domenica del tempo ordinario (anno A).
Il brano può essere utilizzato anche come canto di offertorio: il Signore apre la sua mano per ricevere la nostra offerta che poi ci rende, transustanziata nel suo Corpo.
La melodia semplice è uno stimolo al canto del popolo che loda il Signore nella gioia di ricevere il Suo Corpo, nella riconoscenza di saziarsi di quel cibo che è dono di grazia.
La struttura del canto segue la forma di strofa e ritornello: lo slancio dell’intervallo di sesta maggiore sull’incipit “Tu apri” vuole sottolineare la mano di Dio che si apre per ricevere e per donare una benedizione eterna su tutta l’umanità.
La strofa può essere eseguita dalla schola, meglio da un solista, per distinguere il ritornello assegnato a tutta l’assemblea riunita. Il canto è proposto anche in versione polifonica per coro a quattro voci dispari, creando così un dialogo che evidenzia un cuore che si apre nella certezza di essere accolto.
Il testo
Rit. Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente. Tu apri la tua mano, tu apri la tua mano e stendi su noi la tua fedeltà. Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il Suo Santo Nome, in eterno e per sempre. Ti voglio benedire in ogni mio giorno e lodare il Tuo Nome in eterno e per sempre, in eterno e per sempre. Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno, a tempo opportuno.