Nella solennità dell’Epifania
Pasquale Impagliatelli, Carlo Paniccià
Come da tradizione che si perde nei tempi, il giorno dell’Epifania del Signore (6 gennaio), subito dopo la proclamazione del Vangelo, il diacono o il sacerdote o un altro ministro idoneo può dare l’annuncio del giorno di Pasqua e delle feste mobili dell’anno corrente secondo la formula proposta nell’Appendice del Messale Romano (terza edizione italiana, 2020) a pagina 996.
La pratica di annunciare il giorno della Pasqua è una prassi molto antica che risale almeno al V secolo. La necessità di annunciare, all’interno di una specifica liturgia come quella dell’Epifania, il calendario liturgico, nasce fondamentalmente per le difficoltà di calcolo che incontravano nel passato nello stabilire la data della Pasqua. La regola che fissa la data della Pasqua cristiana fu definito a seguito del Concilio di Nicea del 325: il giorno di Pasqua di Risurrezione cade la domenica successiva alla prima luna piena di primavera.
Come recita il testo contenuto nel Messale Romano, “dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi”, quindi ne deriva la scansione del calendario liturgico: il Mercoledì delle Ceneri, l’Ascensione del Signore, la Pentecoste, la prima domenica di Avvento.
La proposta di canto dell’Annuncio del giorno di Pasqua che trovate di seguito, è per solo con accompagnamento organistico. Vista la particolarità della formula testuale e la sua varietà, nonché diversa articolazione, Pasquale Impagliatelli presenta una linea melodica con una sua asciutta unicità, priva di ridondanze, strettamente legata al testo. La cantillazione richiesta non prevede un carattere lirico, ma intelligibilità testuale, chiarezza nella trasmissione del giorno di Risurrezione di Cristo Signore. Di conseguenza l’organo che accompagna deve evitare inutili appesantimenti sonori facendo ricorso a registri chiari e rotondi che siano di sostegno alla voce senza mai soffocarla. Una proposta di qualità certa che chiede studio approfondito da parte del cantore come anche dell’organista: non è un testo e una partitura da improvvisare.
Il testo
Fratelli e sorelle carissimi, la gloria del Signore si e manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’Anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il … In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: le Ceneri, inizio della Quaresima, il … l’Ascensione del Signore, il … la Pentecoste, il … la prima domenica di Avvento, il … Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione di tutti i fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. R/. Amen