Antonio Parisi
Incontri che arricchiscono
I due canti da me musicati (Che ci darai, Signore e Sarà come nascere) vogliono essere un dono a suor Anna Maria Galliano che da qualche anno è in un letto di ospedale e sta affrontando con serenità e con coraggio la malattia. Suora paolina, è stata una animatrice instancabile del settore audiovisivi delle edizioni Paoline. Come direttrice si è prodigata specialmente nel settore del canto sacro, elaborando dei progetti di canto liturgico – famosi quello degli amboni – che coniugassero insieme, l’attenzione al rito, all’assemblea e alla musica.
Ha coordinato un gruppo di esperti (Eugenio Costa, Felice Rainoldi, Giovanni Maria Rossi, Marco Deflorian, Giancarlo Boretti, Pierangelo Sequeri) cercando con loro di individuare un canto liturgico adeguato e pertinente alla situazione italiana.
Ma il suo merito e il suo impegno consiste nella creazione di centinaia e centinaia di testi adatti alla liturgia. Lavorando con lei, mi colpiva la sua attenzione, quasi maniacale, ad ogni parola e segno di interpunzione che rendessero il testo preciso, bello, musicale, scorrevole. E sempre costruiva testi colorati da immagini suggestive e densi di contenuti biblici e liturgici. È una vera maestra in questo settore; è un piacere comporre una melodia su testi che già cantano per proprio conto, anche senza musica.
Ed anche ora, dal letto dell’ospedale, continua a mostrare interesse per ciò che accade in Italia nel campo della musica sacra e si aggiorna sulla vita della Chiesa e sulla situazione politica generale.
Che ci darai, Signore
Il testo “Che ci darai, Signore” è una domanda al Signore; l’anima vuole una risposta al termine della propria esistenza. Ed è bello l’immagine che usa nelle tre strofe: “un albero arrivato all’ultima stagione?”, “un flauto arrivato all’ultima nota”, “una notte arrivata all’ultima stella”.
La musica: è un inno senza ritornelli. Le voci del coro (contralti e uomini) sottolineano la domanda iniziale dei primi due versi (Che ci darai, Signore, che sarà di noi) e gli ultimi due versi di ogni strofa. In questo modo non si appesantisce tutto il canto a 3 voci, ma si evidenziano le parole di fondo.
Ho pensato di inserire degli interludi organistici dopo le strofe, che rendessero il canto molto ampio e ci fosse dopo ogni strofa un tempo di meditazione sul testo cantato.
Il testo
Che ci darai, Signore, che sarà di noi quando la nostra vita avrà deposto ai tuoi piedi i suoi frutti come un albero arrivato all'ultima stagione? Che ci darai, Signore, che sarà di noi quando il nostro cuore avrà deposto nelle tue mani i suoi canti come un flauto arrivato all'ultima nota? Che ci darai, Signore, che sarà di noi quando il nostro spirito avrà deposto sulla tua mensa le sue luci come una notte arrivata all'ultima stella?