Vexilla regis

Marco Cazzuffi


Dopo il successo di due elaborazioni di melodie provenienti dal Laudario di Cortona per coro misto a cappella a tre voci, mi sono stati richiesti per il medesimo organico altri due brani, stavolta su melodie gregoriane, uno Stabat Mater e il qui presente Vexilla Regis.

La struttura musicale
Il modello sotteso alla scrittura è quello dei brani rinascimentali in cui si aveva alternanza fra strofe in polifonia e quelle in canto piano; ma tale antifonalità, a differenza degli esempi d’epoca, non è regolare; si propone invece l’intonazione delle strofe da me considerate più significative, la prima, la quarta e la sesta. La melodia al soprano è una resa ritmica moderna dell’originale gregoriano che permette una accentuazione di parola il più possibile naturale: l’accento di parola ha reso così ogni strofe diversa dall’altra, suggerendo giochi polifonici mai identici. L’unità è data non solo dalla somiglianza intervallare dell’intonazione (la quale non ha avuto alcuna interpolazione di cellule melodiche e non ha subito modifiche intervallari), ma soprattutto dalla fase cadenzale di ciascun emistichio; ho voluto creare delle rime musicali interne a cui l’orecchio potesse appoggiarsi.

Nelle prime due strofe da me intonate i primi due versi e l’ultimo sono affidati a tutto il coro, mentre il terzo si riduce a un bicinium fra soprani e sezione degli uomini; nell’ultima strofe quest’ultimo viene invece intonato con un contrappunto serrato fra le tre voci. Conclude il tutto un amen in cui al soprano si ha la ripresa del primo emistichio del canto piano, mentre il contralto usa come cantus firmus l’Amen originale; il basso si muove liberamente.

I due bicinia segnalati in precedenza differiscono inoltre fra loro perché il primo si sviluppa come contrappunto libero fra le due voci, mentre nel secondo si ha la testa del tema imitata all’ottava inferiore.

Consigli esecutivi
Innanzitutto si abbia l’accortezza di trasportare il gregoriano che alterna le strofe polifoniche in sol. Tale trasporto renderà il canto più acuto: per evitare forzature nell’esecuzione si consiglia caldamente di affidare la melopea alle voci femminili o a un gruppo più piccolo ma saldo nella tecnica.

Come detto in precedenza, l’accento di parola ha suggerito il ritmo melodico; ma questo, sulla base metrica che alterna tempi composti binari e ternari, ha creato delle oscillazioni interne che danno la sensazione di un 3/2. In tale modo si è cercato anche di ricreare l’effetto accentuativo tipico del gregoriano. Una particolarità metrica la ritroviamo fra le batt. 8 e 9 alle voci maschili: in esse il tempo reale è di 3 semibrevi: si abbia cura dunque di non far accentuare la minima di battuta 9.

La chiusura della seconda strofe polifonica si deve rallentare da una parte per raggiungere il tempo della strofe conclusiva, ma soprattutto per permettere alle orecchie dell’ascoltatore di percepire chiaramente la dissonanza di nona fra il basso e il soprano a battuta 28.

Molta attenzione si presti alle dinamiche: i forti sono affermativi senza essere roboanti, mentre i piani sono connessi all’adorazione e i pianissimi alla percezione del mistero della croce.

Il testo

Vexilla regis prodeunt,
fulget crucis mysterium,
quo carne carnis conditor
suspensus est patibulo.

Quo vulneratus insuper
mucrone diro lanceae,
ut nos lavaret crimine,
manavit unda et sanguine.

Arbor decora et fulgida,
ornata regis purpura,
electa, digno stipite
tam sancta membra tangere!

Beata cuius brachiis
pretium pependit sæculi!
statera facta est corporis
praedam tulitque Tartari.

Salve ara, salve victima
de passionis gloria,
qua vita mortem pertulit
et morte vitam reddidit.

O Crux, ave, spes unica,
hoc passionis tempore
piis adauge gratiam,
reisque dele crimina.

Te, fons salutis Trinitas,
collaudet omnis spiritus:
quos per Crucis mysterium
salvas, fove per sæcula.

Amen.

traduzione conoscitiva:

I vessilli del Re avanzano;
risplende il mistero della Croce,
al cui patibolo il creatore della carne
con la propria carne fu appeso.

Oltre a ciò, trafitto
da crudele punta di lancia,
per lavarci dalla colpa,
effuse acqua e sangue.

Albero appropriato e splendente,
ornato di porpora regale,
scelto a toccare con il [tuo] degno tronco
così sante membra!

[Albero] beato, ai cui bracci
fu appeso il prezzo del riscatto del mondo:
sei divenuto stadèra del corpo [di Cristo]
e [questi] strappò via la preda dell’inferno.

Salute a te, o altare! Salute a te, o vittima,
a seguito della gloria della Passione,
per la quale la Vita sopportò la morte
e attraverso la morte restituì la vita.

Salve, o Croce, unica speranza!
In questo tempo di Passione
ai fedeli accresci la grazia
e ai peccatori cancella le colpe.

Te, Trinità, fonte di salvezza,
esalti ogni essere vivente:
coloro che salvi attraverso il mistero della croce,
proteggi per l’eternità.

Amen.


Autore

  • Marco Cazzuffi è laureato in Storia e Tutela dei Beni Culturali, specializzandosi successivamente in Musicologia e Beni Musicali presso l'Università degli Studi di Padova. Le sue prime lezioni di composizione sono con il M° Dino Zambello fra il 2002 e il 2003. Fra il 2008 e il 2011 è stato cantore e solista della Cappella Musicale della Pontificia Basilica del Santo. Dal 2019 insegna Pianoforte, Vocalità per coro, Armonia e Teoria e Solfeggio presso la scuola dell'Orchestra di Fiati del Veneto a Santa Maria di Sala (VE). Fra il 2018 e il 2019 ottiene successo presso le istituzioni europee col brano “Euphonìa” ed è chiamato a proporre presso la Commissione Economica Sociale ed Europea a Bruxelles il mottetto “Vitruvian Europe” per consort vocale e fagotto obbligato, su testo di Luca Jahier. Collabora come compositore con il Coro Polifonico Universitario “Federico II” di Napoli. Ha conseguito il diploma di II livello in Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto (TV) sotto la guida del M° Marco Berrini e coi consigli del M° Gianmartino Durighello.

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Marco Cazzuffi è laureato in Storia e Tutela dei Beni Culturali, specializzandosi successivamente in Musicologia e Beni Musicali presso l'Università degli Studi di Padova. Le sue prime lezioni di composizione sono con il M° Dino Zambello fra il 2002 e il 2003. Fra il 2008 e il 2011 è stato cantore e solista della Cappella Musicale della Pontificia Basilica del Santo. Dal 2019 insegna Pianoforte, Vocalità per coro, Armonia e Teoria e Solfeggio presso la scuola dell'Orchestra di Fiati del Veneto a Santa Maria di Sala (VE). Fra il 2018 e il 2019 ottiene successo presso le istituzioni europee col brano “Euphonìa” ed è chiamato a proporre presso la Commissione Economica Sociale ed Europea a Bruxelles il mottetto “Vitruvian Europe” per consort vocale e fagotto obbligato, su testo di Luca Jahier. Collabora come compositore con il Coro Polifonico Universitario “Federico II” di Napoli. Ha conseguito il diploma di II livello in Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto (TV) sotto la guida del M° Marco Berrini e coi consigli del M° Gianmartino Durighello.